La bellezza dei Grest oratoriani tra educazione, tanti amici e divertimento

C’è un filo rosso che lega tutti i Grest che ogni estate, negli oratori pavesi come in quelli del resto d’Italia, accolgono centinaia di bambini e ragazzi per offrire loro un’esperienza alternativa: si tratta di quel senso di “sentirsi come a casa” che il visitatore percepisce già dall’ingresso, vedendo il parroco, l’educatore o il collaboratore pastorale che gli vanno incontro per accoglierlo al meglio, oppure percependo già dall’esterno il vociare divertito dei sempre tanti partecipanti , bambini e ragazzi che si rincorrono nell’eterno gioco della vita.

Il numeroso Grest dell’oratorio di Vidigulfo con don Luca Massari (parroco don Lamberto Rossi)

Il settimanale diocesano Il Ticino ha seguito, come ogni anno, tanti Grest estivi raccontandone elementi comuni e novità attraverso le proprie pagine e, come sempre, è stata una piacevole scoperta: dal gruppo estivo che ha bandito i telefonini, a quello del sorriso, a quello dove si impara l’arte dell’origami all’altro dove ci si sente parte di una grande famiglia. Il Grest in oratorio rimane un punto di aggregazione, di incontro, di crescita e di scambio insostituibile che di anno in anno contiene un messaggio educativo e di vita unico: “Per educare è necessario amare”, ha detto uno dei parroci incontrati durante queste settimane e mai frase fu più adatta per descrivere ciò che avviene ogni anno nei centri estivi degli oratori, una “magia” che prende ispirazione dalla vita di Cristo e dalla “Bella Storia” dell’esistenza di ognuno di noi.

(Nella foto di apertura il Grest della parrocchia di Certosa, coordinato dal parroco don Marco Gatti e da don Gabriele Maini)