Nuovo Anno Pastorale: “Prendi il largo e getta le tue reti”: l’intervista al Vescovo da “Il Ticino”

“Ciò che vorrei ispirasse tutti noi, sacerdoti e popolo di Dio, è l’immagine efficace di Gesù che dice a Pietro ‘Prendi il largo e getta le tue reti’. Pietro era appena tornato dopo una notte di pesca faticosa e con le reti vuote, stanco e scoraggiato e le parole del suo Signore sono servite a farlo ripartire. Dobbiamo fare nostra questa spinta ad agire, con rinnovato coraggio”.

Sarà questo lo spirito con cui la Diocesi di Pavia affronterà il nuovo anno pastorale 2021/2022 che prenderà avvio da settembre con una serie di iniziative differenti e riprendendo alcuni temi presenti nella lettera pastorale dello scorso anno. “L’immagine di Gesù che esorta Pietro a non arrendersi è stata scelta proprio per sottolineare il tempo di ripartenza e ripresa che stiamo vivendo anche come tempo di rigenerazione per il vivere sociale ed ecclesiale – sottolinea Mons. Sanguineti nell’intervista pubblicata sul settimanale diocesano Il Ticino di venerdì 30 luglio -. Questo invito di fiducia nel Signore va a ciascuno ma anche alla nostra chiesa di Pavia che deve prendere il largo e gettare le proprie reti con coraggio. Per il nuovo anno non intendo scrivere una vera e propria lettera pastorale ma un messaggio breve che consegna alle comunità le tre parole che l’anno scorso sono state un punto di partenza per il percorso di discernimento portato avanti con i sacerdoti e con i religiosi e le religiose”.

Tre le parole chiave che ispireranno l’anno pastorale, Annuncio, Comunione e Missione.  Tra i campi che verranno interessati da cambiamenti e ripensamenti, ci sono gli oratori (“Credo che questo tempo ci chieda anche di avviare una rinnovata riflessione e una valorizzazione di certi nostri luoghi, come per esempio gli oratori, e provare a pensare a cosa vuol dire oggi fare pastorale. Stabilire una relazione con i giovani significa anche tenere conto degli ambienti dove svolgono la loro vita, stabiliscono relazioni e si trovano tra loro condividendo esperienze”) e le parrocchie. A proposito di queste ultime e del cammino di avviamento delle Unità Pastorali, il Vescovo ha detto: “Ho notato che in città alcune parrocchie hanno avviato un lavoro zonale in rete. Quest’estate abbiamo visto emergere questa collaborazione grazie al Grest in diverse parrocchie ma sappiamo che il lavoro è iniziato già da prima con l’organizzazione di esperienze e momenti condivisi pensati per adolescenti, ragazzi e giovani universitari; si sta cominciando anche a sperimentare momenti condivisi con i bambini e con le famiglie. Penso alla bella realtà collaborativa che sta nascendo tra le parrocchie del SS. Salvatore, di Santa Maria di Caravaggio e di San Lanfranco dove gli adolescenti compiono un cammino comune e dove l’ultimo Grest è stato in parte condiviso, campo estivo a Courmayeur compreso. Vorrei che questo tipo di approccio si allargasse il più possibile”. Diversa ma simile la situazione delle parrocchie di campagna, alle prese con territori differenti, distanze tra paesi consistenti e rischio conseguente di eccessiva frammentazione: “Quello delle parrocchie di paese è un percorso da accompagnare – precisa ancora Mons. Vescovo. E’ comunque un cammino che aiuta noi preti ad entrare un passo alla volta nella logica necessaria per affrontare questo cambiamento. Con don Carluccio Rossetti, vicario cittadino e coordinatore dell’Ufficio Pastorale, stiamo procedendo ad una verifica per capire se le unità funzionano dal punto di vista territoriale. E’ necessario iniziare a comprendere che l’unità pastorale non deve essere affidata solo ad un prete o ha più preti collaboratori o vicari del parroco, ma provare a creare delle piccole equipe pastorali che, intorno alla figura del sacerdote di riferimento, si prendano a cuore il cammino di un insieme di parrocchie. Dell’equipe potrebbero far parte i diaconi permanenti, le religiose ma anche alcuni laici adulti o giovani che non si limitano a fare qualcosa di operativo ma che scelgono di prendersi a cuore il cammino di fede della comunità”.

(Intervista pubblicata integralmente sul settimanale diocesano Il Ticino di venerdì 30 luglio).