“Nelle Sacre Spine incontriamo la presenza di un amore più potente della morte”

“In queste ore, siamo tutti feriti e sgomenti per la tragedia che si è consumata ieri, con la caduta della funivia al monte Mottarone, che ha causato la morte di 14 persone, tra le quali, purtroppo, anche alcuni bimbi: coppie di sposi e di fidanzati, famiglie intere, tra le quali una famiglia israeliana, residente a Pavia, nel quartiere del Borgo. (…). In Gesù, nel mistero della sua passione, rappresentata dalle Sante Spine che veneriamo da secoli, e della sua risurrezione dai morti, noi incontriamo e vediamo all’opera, in un segno umano, la presenza di un amore che è più potente della violenza, dell’ingiustizia, della morte”.

Sono alcuni significativi passaggi dell’omelia del Vescovo di Pavia, Mons. Sanguineti, pronunciata durante il rito dei Vespri, nella serata di lunedì 24 maggio in Duomo. Il pensiero dei presenti (tra cui anche le autorità civili) è andato anche alla famiglia Biral, rimasta vittima del tragico incidente alla funivia del Mottarone di domenica scorsa: “Tutti avvertiamo come un brivido, e percepiamo che sarebbe disumano e ingiusto nascere, vivere, mettere al mondo dei figli, se tutto finisse con la morte, se noi uomini e donne fossimo strani esseri, una parentesi tra due nulla, abitati però da una sete immensa d’infinito, totalmente “squilibrati” rispetto agli altri viventi – ha detto Mons. Sanguineti -. Così, con l’animo ferito e nudo, questa sera guardiamo al segno delle Sante Spine: le spine della corona di Cristo, re umile e apparentemente sconfitto, deriso e umiliato. In Gesù, nel mistero della sua passione, rappresentata dalle Sante Spine che veneriamo da secoli, e della sua risurrezione dai morti, noi incontriamo e vediamo all’opera, in un segno umano, la presenza di un amore che è più potente della violenza, dell’ingiustizia, della morte. Dio, il Padre, in Cristo, suo Figlio, apparso tra noi in forma umana, si china sulla nostra miseria, sulle nostre ferite, e davanti all’umana protesta per la sofferenza, soprattutto quando ci appare ingiusta, davanti al grido del cuore che non trova una ragione e un senso a tanto dolore, non ci dà una spiegazione, non ci risponde con un discorso più o meno convincente. Si fa lui presente, condivide fino in fondo il dramma della nostra condizione umana, fino alla croce, fino alla morte, una morte ignominiosa e orribile, e proprio nell’oscurità di quelle ore, Gesù fa splendere un amore che non indietreggia, che non viene meno, che è capace solo di pietà e di perdono. Ed è l’amore, che il Padre sostiene e anima, è l’amore che vince sulla croce e assume su di sé tutta la sofferenza, la ribellione, la disperazione, il peccato degli uomini di ogni tempo, è l’amore che in Cristo risorto, con le sue piaghe gloriose, non cancellate, per sempre scolpite nel corpo del Signore, vince la morte e la trasforma in un passaggio, certo travagliato e sofferto, alla vita, alla vita piena in Dio: lì ci precedono i nostri cari che ci hanno lasciato, lì le famiglie spezzate dalla tragedia di ieri si ricomporranno per sempre, lì tutto ritrova luce e pace”.

Il Vescovo ha anche benedetto la città di Pavia dal sagrato della Cattedrale, portando all’esterno il reliquiario contenente le tre Ss. Spine della corona di Cristo.

QUI L’OMELIA COMPLETA PRONUNCIATA DAL VESCOVO DI PAVIA, MONS. SANGUINETI, IN OCCASIONE DELL SS. SPINE.

Al termine dei Vespri, le Ss. Spine sono ritornate al loro posto, sopra l’altar maggiore, grazie al meccanismo della “Nivola”.

Sul settimanale diocesano Il Ticino di venerdì 28 maggio ampio spazio con immagini alla festa delle Sacre Spine.