La Festa dei Popoli tra colori e unità

Il tradizionale incontro con le tante comunità cattoliche straniere

La tradizionale Festa dei Popoli che annualmente si svolge a Pavia per diretto interessamento dei sacerdoti vicini alle varie comunità cattoliche non italiane presenti a Pavia, è sempre qualcosa che apre le porte della speranza ad un mondo di popoli fratelli.
La Festa, come sempre variopinta e animata da canti di diverse provenienze, si è svolta domenica 9 giugno nella Chiesa di Santa Maria del Carmine a Pavia in una atmosfera unica ed è proseguita all’oratorio parrocchiale intitolato a Madre Teresa di Calcutta con una cena a base di ricette preparate direttamente dai partecipanti.

Un momento della festa all’oratorio del Carmine di Pavia

Filo rosso della festa è stata, naturalmente, l’universalità dello Spirito (Pentecoste è stata celebrata la sera precedente, sabato 8 giugno, in Cattedrale) e della Chiesa, realtà “cattoliche”, universali, che possono abbracciare e trasformare ogni cultura e ogni esistenza umana: “La Chiesa nel giorno di Pentecoste nasce come Chiesa cattolica, universale, aperta e inviata a ogni popolo – ha ribadito nell’omelia il Vescovo di Pavia monsignor Corrado Sanguineti: il segno delle lingue di fuoco che si posano sui discepoli rimanda al dono delle lingue nelle quali i pellegrini sentono parlare gli apostoli. Siamo davvero un corpo solo in Cristo, animati dallo Spirito del Signore, confessiamo la medesima fede e siamo parte della stessa Chiesa, ciascuno con il proprio volto, la propria storia, la propria lingua: è la bellezza di un’unità sinfonica, ricca di mille sfumature! Questo è il miracolo che lo Spirito rende possibile, e che come cristiani possiamo offrire al mondo, al nostro mondo, nel quale si oscilla tra la difesa delle identità e differenze, in una logica di chiusura e di competizione, o di paura del diverso da noi, e il rischio di un’omologazione culturale che annulla le differenze, che fa di tutti noi una massa indistinta facilmente governabile e influenzabile da chi ha il potere, da chi condiziona le forme di comunicazione e d’informazione”.

A concelebrare il Santa messa anche don Robert Funda Funda Mpia per le comunità francofone, don Nicolas Sacchi per le ispano-americane e padre Oleksandr Tovt per la comunità cattolico-ucraina di rito bizantino.

Qui l’omelia integrale pronunciata dal Vescovo Corrado Sanguineti.

Sul settimanale diocesano Il Ticino di venerdì 14 giugno, spazio dedicato a questa notizia.