A Ceranova la tradizionale Sagra di San Vito

Dal 14 al 17 giugno tante iniziative per celebrare il santo

Torna a Ceranova la Sagra di San Vito, tradizionale appuntamento che coinvolge sia la locale parrocchia (intitolata ai Santi Vito, Modesto e Crescenzia e guidata dal parroco don Carlo Grossi) che l’intera comunità del paese grazie ad una serie di eventi sia religiosi che civili. La Sagra si svolgerà dal 14 al 17 giugno e si aprirà con la messa pomeridiana del venerdì e con il momento particolarmente sentito della processione, fissata in calendario per la serata del 14 e preceduta dalla preghiera liturgica; verranno portate in processione le immagini dei santi patroni per le vie del paese. Il giorno successivo, sabato 15 giugno sarà possibile accostarsi al sacramento della confessione in quattro momenti diversi della giornata, alle ore 10, alle 11.30, alle 16 e alle 16.30; seguiranno poi il canto del Vespro e la Santa Messa prefestiva. Domenica 16 giugno ricorre la Sagra patronale di San Vito e alle ore 11 verrà celebrata la Santa Messa solenne con l’offerta dell’olio da parte del Comune di Ceranova per la lampada votiva ai santi patroni. Alle ore 17 ci sarà l’Esposizione e l’Adorazione eucaristica seguita dal canto del Vespro e dalla benedizione. Inoltre per tutta la durata della sagra, sarà possibile partecipare alla pesca di beneficenza che si svolgerà in oratorio.

Per quanto riguarda i Santi patroni a cui è intitolata la parrocchia di Ceranova, ed in particolar modo lo stesso San Vito, non si hanno dati storicamente accertati: la tradizione vuole il giovane santo nato in Sicilia da padre pagano. Secondo una “passio” del VII secolo, il fanciullo siciliano Vito, dopo aver operato già molti miracoli, sarebbe stato fatto arrestare dal preside Valeriano. Avrebbe subito torture e sarebbe stato gettato in carcere senza che però avesse rinnegato la propria fede; sarebbe stato liberato miracolosamente da un angelo e si sarebbe recato, insieme al precettore Modesto e alla nutrice Crescenzia, in Lucania per continuare il suo apostolato. Acquistata sempre maggior fama presso il popolo dei fedeli, condotto a Roma, sarebbe stato perfino supplicato dall’imperatore Diocleziano di liberare il figlio dal demonio, ma, ottenuto il miracolo, Diocleziano gli si sarebbe scagliato contro, facendolo imprigionare e uccidere.