Pavia torna a festeggiare San Siro in Cattedrale

gono aperto il dialogo tra la diocesi e Pavia”.

 

Quali saranno i temi che toccherà nel solenne pontificale di San Siro in Cattedrale?

“Per noi è sempre determinante la scelta che ha fatto Papa Benedetto XVI di invitarci a vivere l’Anno della Fede. Quindi nella festa di San Siro ci domanderemo: come il nostro patrono ha accolto la fede? Evidentemente per San Siro la fede è diventata condivisione: il poco che aveva da mangiare lo ha dato agli altri. Che cosa chiede oggi a noi questa fede che si apre alla carità? Cosa vuol dire, oggi, ascoltare il Maestro? Rifletteremo sui nuovi stili di carità  che ci vengono proposti dalla nostra società, con le sue leggi e con le logiche dell’economia. Cercheremo di capire che posto occupa la dimensione della carità nel mondo in cui viviamo”.

Inizia il periodo dell’Avvento. Ci stiamo avviando alla festa del Santo Natale in un momento difficile, a causa della crisi economica, anche per Pavia e per il territorio della diocesi. Cosa si sente di dire alle persone e alle famiglie che vivono con preoccupazione questo periodo?

“Prima di tutto vorrei far sentir loro che c’è una sofferenza nel cuore del vescovo, nel cuore dei sacerdoti, nel cuore dei credenti: soffriamo nel vedere la povertà, l’insicurezza, la mancanza di lavoro, i debiti che crescono, l’impossibilità di sviluppare un’attività artigianale o di piccola imprenditoria. A queste persone voglio dire che il tempo difficile che stanno vivendo è destinato a passare e che la dolorosa situazione di oggi si può superare. L’importante è che non si isolino e non si sentano mai abbandonate: le invito, anzi, ad aprirsi ai loro parenti, agli amici, ai conoscenti. Allo stesso tempo come comunità cristiana vorremmo dire, a noi stessi e agli altri, di non lasciare nell’indigenza questi nostri fratelli. Vediamo se è possibile guadagnare un po’ di meno, per far lavorare anche chi oggi è senza un’occupazione. Apriamo spazi di credito a chi oggi è senza una prospettiva. E’ questa la maniera giusta di vivere il periodo di Avvento e di prepararci al Natale”.

Alessandro Repossi

 (twitter @alerepossi)

Pavia torna a festeggiare San Siro, il suo santo patrono, in Cattedrale. Era da quasi vent’anni che non accadeva. Il Duomo ha riaperto definitivamente i battenti lo scorso 21 ottobre, con il solenne pontificale presieduto dal vescovo Giovanni Giudici. I lavori di restauro, avviati nel 1996 (sette anni dopo il crollo della Torre Civica), hanno restituito alla città e alla diocesi una chiesa meravigliosa. La festa di San Siro ricorre il 9 dicembre, ma coincidendo con la seconda domenica d’Avvento il pontificale del vescovo è stato spostato a lunedì 10 dicembre, alle 17 (con diretta anche su Radio Ticino Pavia, Fm 91.8 – 100.5). “il Ticino” di questa settimana, che potete trovare in tutte le parrocchie e le edicole della diocesi di Pavia, ospita su questo tema un’intervista al vescovo Giudici che pubblichiamo anche sul nostro sito.

Mons. Giudici, dopo tanti anni torneremo a celebrare la ricorrenza di San Siro in Cattedrale. Che significato assume questo ritorno per la comunità pavese?

“Prima di tutto quello di ritrovare il senso della comunione tra di noi, come diocesi. E’ sempre un dono quello di riuscire ad andare d’accordo e costruire insieme un progetto pastorale di aiuto reciproco. Viviamo il ritorno in Cattedrale in un tempo difficile: mai come oggi ci accorgiamo che aumenta la distanza tra chi gode di una condizione economica rassicurante e chi, invece, è costretto in una situazione di precarietà a causa della crisi economica che non è ancora stata superata. La ricorrenza di San Siro, nostro patrono, ci aiuta a rimettere al centro i “pani e i pesci” per tutti”.

Il Duomo di Pavia ha riaperto ufficialmente le sue porte domenica 21 ottobre. E’ trascorso poco più di un mese, ma come le sembra che la comunità di Pavia, quella dei fedeli e quella civile, si sia riaccostata alla chiesa simbolo della nostra diocesi?

“Gli spazi armoniosi che la Cattedrale propone al visitatore costituiscono senza dubbio un elemento di attrattiva non solo per i pavesi, ma anche per i visitatori che arrivano da fuori città. Il Duomo oggi è un luogo frequentato volentieri da tante persone. La nostra speranza è che la gioia della novità possa anche diventare una conquista di persone che pregano, vengono a celebrare l’Eucaristia e partecipano alla vita liturgica della diocesi”.

Oltre alle celebrazioni religiose, il Duomo sta ospitando anche incontri culturali come “i martedì della Cattedrale” che stanno riscuotendo l’interesse della gente. Anche in futuro verranno organizzati questi momenti?

“La caratteristica di una città di medie dimensioni, come Pavia, è quella di avere uno spirito condiviso. E’ proprio questo dialogo con lo spirito della città che vogliamo coltivare con le iniziative culturali avviate in Cattedrale. Ogni parrocchia, in città, svolge il ruolo fondamentale di formare le persone, di aiutarle a vivere bene l’Eucaristia ed anche di favorire la loro vita cristiana. Ma vi è anche uno spirito della città che dobbiamo, in un certo senso, sollecitare e rendere sempre più consistente e individuabile. In questo incontro con la città il Duomo rappresenta davvero una grande risorsa: ecco perchè continueremo queste iniziative che ten