Riportiamo qui di seguito l’intervista a don Gianluigi Corti pubblicata sul numero del settimanale diocesano “il Ticino” di venerdì 1° agosto.
La Festa di Sant’Agostino a Pavia, in programma giovedì 28 agosto presso la Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro, si arricchirà quest’anno della presenza di una delle figure più rilevanti per la Chiesa in Terra Santa: il Cardinale Pierbattista Pizzaballa. In un momento storico segnato da conflitti e tensioni, il patriarca latino porta con sé un messaggio di pace, dialogo e solidarietà. Nell’intervista che segue, don Gianluigi Corti (nella foto), presidente del Comitato “Pavia città di Sant’Agostino”, illustra il significato profondo di questa occasione e il legame storico‐spirituale che unisce Pavia, Sant’Agostino e il Pontefice agostiniano.
Don Corti, la visita del Cardinale Pierbattista Pizzaballa ha un rilievo particolare per la nostra Diocesi. Ci descriva le ragioni di questa importanza.
“Il Cardinale Pizzaballa è una figura di spicco per la Chiesa universale e, in particolare, per la Terra Santa. Ha servito come Custode di Terra Santa per due mandati consecutivi e ha conseguito una laurea presso l’Università Ebraica di Gerusalemme. Inoltre, come delegato patriarcale per i cattolici di lingua ebraica, ha instaurato un dialogo profondo con le comunità israeliane e palestinesi. Le sue lezioni sul cristianesimo ai militari israeliani testimoniano la sua rara capacità di mediazione: porta la consapevolezza del valore dei Luoghi Santi e il significato universale delle nostre radici cristiane”.
Questa “expertise” si dimostra particolarmente preziosa in un contesto di tensioni…
“Esattamente. Il conflitto in Gaza e le crescenti aggressioni di alcuni coloni verso i palestinesi rendono urgente una voce di pacificazione. Il Cardinale, forte della propria doppia appartenenza culturale e religiosa, sa muoversi fra le diverse realtà: dagli arabi cristiani – molti dei quali parlano oggi ebraico – ai migranti filippini e indiani impegnati come badanti. A Taide, unico villaggio cristiano rimasto in Terra Santa, ha difeso i diritti dei suoi abitanti insieme al Patriarca ortodosso Teofilo III, dimostrando che la collaborazione fra confessioni è possibile e necessaria”.
Le offerte raccolte nel Pontificale a Pavia saranno destinate alla Terra Santa: quale valore pastorale riveste questo gesto?
“È un atto di carità che va oltre il mero contributo economico. Le comunità cristiane in quei luoghi soffrono privazioni quotidiane: famiglie senza risorse, vedove e bambini abbandonati. Con le offerte vogliamo testimoniare la nostra vicinanza, improntata al Vangelo, e riaffermare il principio secondo cui la Chiesa non è divisa dai confini nazionali, ma unita nella sofferenza e nella speranza”.
Il legame fra Pavia e Sant’Agostino è storico e profondo: ci illustri questo rapporto di lunga data.
“Sant’Agostino riposa nella Basilica di San Pietro in Ciel d’Oro: qui ha termine il suo percorso terreno. È compatrono della Diocesi e la sua memoria vive nei secoli. Ogni 28 agosto, anno dopo anno, Pavia rinnova il suo legame con l’illuminato Vescovo di Ippona. Quest’anno, poi, la contemporanea presenza di un Papa agostiniano – il nostro Leone XIV, già priore generale dell’Ordine – aggiunge un significato nuovo. Quel filo spirituale che unisce Pavia, Sant’Agostino e il Pontefice ci ricorda la vocazione universale della Chiesa e il ruolo di questa città quale custode delle reliquie e della tradizione agostiniana”.
Quali passi concreti vi attendete dal Papa in questa ricorrenza?
“Da quando era alla guida dell’Ordine Agostiniano, il nostro Papa ha sempre fatto il possibile per essere a Pavia il 28 agosto. Oggi, pur non potendo intervenire di persona, potrebbe farci pervenire un messaggio ufficiale. Sarebbe bello che, attraverso una lettera formale, esprima desideri e progetti sulla tomba di Sant’Agostino: indicazioni che possano guidare la Diocesi nel valorizzare questo patrimonio spirituale e culturale, e nel favorire il dialogo ecumenico e interreligioso”.
In che modo la Festa di Sant’Agostino potrà aprire nuovi orizzonti per Pavia e per la Chiesa?
“Confido che questa solennità possa suscitare in noi pavesi e nei fedeli di tutto il mondo un interesse rinnovato per il pensiero agostiniano. L’eredità del Santo – alla quale guardano filosofi, teologi e credenti – è ancora oggi una guida per comprendere il rapporto tra ragione e fede. Il Pontificale con il Cardinale Pizzaballa, la Lettera del Papa, le offerte per la Terra Santa: tutto converge nel richiamo a una Chiesa che si fa prossima, dialoga e costruisce pace. Invito tutti i fedeli a partecipare alla Festa con cuore aperto: Sant’Agostino continua a parlarci attraverso le reliquie, i testi e la sua eredità, e Pavia si conferma città di incontro e di fede”.
Simona Rapparelli