Apertura del nuovo Anno Pastorale: ci sarà dom Luca Fallica

Il nuovo Anno Pastorale si aprirà nella serata di venerdì 6 ottobre in Duomo alle ore 21 attraverso l’incontro e il confronto con dom Luca Fallica, che papa Francesco aveva nominato nello scorso mese di gennaio Abate territoriale dell’Abbazia di Montecassino; monaco benedettino, Fallica era precedentemente Priore del Monastero della Santissima Trinità in Dumenza (Varese).

L’apertura del nuovo Anno Pastorale è un momento importante e formale che mira alla convocazione della comunità ecclesiale e dei fedeli per un gesto di preghiera e di invocazione allo Spirito e per affidare al Signore in un clima di preghiera il cammino che sta per iniziare. Stando alle parole del Vescovo Corrado, la Diocesi era alla ricerca di un “testimone” che potesse “raccontare di nuovo la bellezza del pregare cristiano soprattutto nella dimensione del pregare la Parola di Dio nella forma della Lectio” e dom Fallica incarna questa volontà: proprio lui, nel 1989, insieme ad altri fratelli, aveva dato inizio alla Comunità monastica della Santissima Trinità, dal 2005 insediata a Dumenza, in provincia di Varese e arcidiocesi di Milano.

Alla conclusione dell’evento di preghiera serale, verranno fornite ai presenti alcune indicazioni che riguardano i tempi del cammino dell’anno legati alle tematiche dell’importanza della preghiera come fulcro della vita cristiana e come via per tornare a credere ed a sperare (e per relazionarci con Dio e con se stessi), il ripensamento del ruolo della Chiesa all’interno della comunità pavese e il ruolo dei fedeli laici, visti non più come semplici collaboratori ma come “corresponsabili” della comunità di cui fanno parte.

Queste, infatti, sono le tre direttrici su cui si muoveranno le iniziative del nuovo Anno Pastorale volute da Mons. Corrado Sanguineti: “Vorrei cercare di tenere insieme i percorsi proposti perché da una parte è vero che il nostro tempo ci chiede di ripensare a come essere Chiesa arrivando anche a scelte maturate, cercando davvero di promuovere una corresponsabilità di tutti i battezzati e un cambio di mentalità per noi pastori e presbiteri con l’idea anche di lavorare più in equipe con vari soggetti, dall’altra parte abbiamo però anche la proposta che ci fa il Papa relativa all’anno dedicato alla preghiera, qualcosa di provvidenziale che ci fa capire come il percorso di ripensamento non sia ‘aziendale’ ma ci faccia considerare discepoli del Signore in cammino. Al di là di quello che può apparire – ha detto Mons. Sanguineti -, a mio parere oggi c’è sete di preghiera, vedo persone che vivono forme estranee di preghiera o che non conoscono più alcune ricchezze che sono alla base dell’esperienza cristiana; ma la chiesa dovrebbe essere innanzitutto una comunità che prega”.

(Foto Ancora Online)