Continua il cammino 2022 relativo alla comunicazione dell’impiego dei fondi 8xMille, percorso di trasparenza che si svolge attraverso le pagine del settimanale Il Ticino e sul sito della Diocesi di Pavia www.diocesi.pv.it (nella sezione Otto per Mille). Lo scopo è dimostrare come vengono impiegati realmente i fondi dell’8xMille destinati alla Chiesa Cattolica. Così facendo, si vuole garantire sia chi dona che chi utilizza quanto ricevuto per opere di carità e di sostegno alla Chiesa di Pavia. Abbiamo voluto, in proposito, intervistare l’economo della diocesi di Pavia don Gabriele Romanoni, per scoprire le novità relative all’impiego dei fondi, anche alla luce dell’emergenza Covid-19.
Il 2021 è stato un anno ancora all’insegna della crisi pandemica. Com’è la situazione ad oggi e cosa è stato fatto di concreto per essere di aiuto?
Certamente il perdurare della pandemia tra i numerosi risvolti negativi non ha risparmiato l’attività pastorale e come diretta conseguenza anche tutte quelle tradizionali attività di sostegno alle opere e alle strutture parrocchiali. È una situazione molto delicata che abbraccia non solo la nostra diocesi ma l’intero territorio nazionale ed è stato al centro di una delle relazioni del convegno nazionale che ha stimolato la riflessione sulla reale sostenibilità delle attività a fronte di questa profonda crisi.
L’8xmille ha erogato anche per il 2021 un parziale fondo a sostegno della crisi pandemica lasciando alle diocesi l’individuazione dei criteri di erogazione a partire da dati oggettivi e singoli bisogni. Il 2022 è tra l’altro condizionato dalla terribile crisi relativa al conflitto in Ucraina per cui il sistema 8xMille – Carità in correlazione con gli uffici nazionali competenti sono già operativi per il sostegno ai progetti di aiuto per le popolazioni vittime della guerra.
Tornando alla situazione locale, non nascondo che ci sono alcune realtà diocesane che, per diversi fattori, vivono un momento molto delicato e critico.
Don Gabriele, perché si sceglie di dare informazioni sull’impiego dei fondi e sulle attività relative all’8xMille?
In primo luogo, perché è doveroso che con puntualità e dovizia di particolari si sappiano dove sono “finiti” i fondi raccolti dalla generosità e dalla sensibilità dei fedeli. È un cammino che la Chiesa ha intrapreso da qualche tempo, forse con estremo ritardo, ma che risponde pienamente alla missione ricevuta dal Signore Gesù: vivere la verità e libertà l’annuncio del Vangelo. L’obiettivo di ogni diocesi è quello di arrivare a redigere un vero bilancio sociale che accanto ai dati numerici possa, con chiarezza, motivare le ragioni e le scelte nel rispetto della sobrietà e reale necessità e sostenibilità.
Quali sono i progetti più importanti che vi stanno a cuore?
Quest’anno non mi sento di fare un elenco. Ci sono alcune priorità che la Diocesi sta valutando con attenzione come nuovi possibili progetti da sostenere. Restano in vigore alcuni progetti già avviati che, secondo le sempre più stringenti regole di erogazione, saranno sostenuti.
Perché è importante devolvere l’8xMille alla Chiesa Cattolica oggi?
Rimane un modo semplice e diretto per sostenere le opere di pastorale e carità della Chiesa. Apporre la firma in sede di dichiarazione è un atto di generosità gratuito ma dimostra nello stesso tempo il desiderio di sentirsi parte della comunità cristiana. In questo tempo di Sinodo, nel quale ci è chiesto di camminare insieme per costruire la Chiesa dei prossimi decenni, il poter contare sul contributo 8xmille diventa un segno tangibile di quel desiderio di comunione e partecipazione tanto caro a Papa Francesco.
(Si.Ra.)