Venerdì Santo, l’intreccio tra mitezza e dignità e tra debolezza e forza

E’ da sempre il giorno del dolore, della sofferenza di chi vive in terra. E’ il giorno in cui, probabilmente, Cristo è ancora più vicino ad ogni persona più di quanto non lo sia: nell’ora del dolore, della morte, dell’addio ma anche della sfiducia, dell’odio di un uomo contro un altro. E mai come in questo periodo di sanguinoso conflitto che lacera il cuore dell’Europa, il giorno del Venerdì Santo diventa ancora più simbolico: “Perfino quando siamo assaliti violentemente da qualcuno, noi possiamo scegliere di non difenderci – ha detto il Vescovo, Mons. Sanguineti, durante la Liturgia della Passione e Adorazione della Croce di venerdì 15 aprile, riferendosi chiaramente ai fatti di cronaca – ma non ci è lecito non prenderci a cuore il destino e il bene di altri innocenti che rischiano d’essere travolti e colpiti dalla violenza dell’ingiusto aggressore”.

Di Cristo si contempla, il Venerdì Santo, anche la capacità di rispondere con la mitezza alla violenza subita, ma anche alla provocazione, diretta a tutti noi, di non rinunciare mai alla Verità e di non scendere a compromessi con i falsi poteri.

QUI L’OMELIA COMPLETA DEL VESCOVO CORRADO PER LA LITURGIA DELLA PASSIONE E ADORAZIONE DELLA CROCE

(Foto dal sito lalucedimaria.it)