“Pensare la morte da credenti e da intelligenti” a San Michele

Nella nostra società la morte è un argomento rimosso. Molti tabù, cose di cui non era né pensabile né lecito parlare, sono caduti, altri si sono creati e tra questi la fine dell’esistenza umana. Sebbene la morte venga in qualche modo “inneggiata” da tatuaggi, soggetti per abbigliamento e altri accessori che pertengono specialmente all’abbigliamento giovanile, non c’è più alcuna pausa di riflessione a proposito della conclusione della vita dell’essere umano che permetta di affrontare un dato obiettivo: l’esistenza umana è a tempo determinato, almeno nella sua dimensione terrena.

Anche la comunità ecclesiale risente di questa desertificazione a proposito del termine del pellegrinaggio terreno dell’essere umano. La dimensione escatologica del vissuto cattolico ha conosciuto una evaporazione crescente lasciando molto evanescente la prospettiva del destino eterno che ci attende e il passaggio obbligato per entrare in essa.

Per svolgere un servizio utile prima di tutto alla fede, alla sua crescita e maturazione, e ad un pensiero umano che non si alieni dalla realtà, la parrocchia di San Michele Maggiore ha pensato di realizzare un ciclo di quattro conferenze, una per ciascun sabato di novembre in cui affrontare sotto il profilo biblico, culturale e spirituale il tema della morte con il seguente calendario:

sabato 6 novembre

“L’ultimo nemico sarà la morte”

don Gianluigi Corti, docente di Sacra scrittura

sabato 13 novembre

“Il valore sociale della morte”

Dott. Marzio Gatti, antropologo

sabato 20 novembre

“Il lutto nella civiltà delle solitudini”

Dott. Paolo Maggi, psicologo psicoterapeuta

sabato 27 novembre

“Pensiero alla morte”

(di San Paolo VI)

Prof. Xenio Toscani, segretario dell’Istituto Paolo VI