Veglia di Pentecoste: “Guardiamo alla Chiesa del futuro partendo dalla semplice preghiera”

“Tutte le volte che gli uomini di Chiesa hanno riposto la fiducia nei loro progetti e programmi o negli appoggi dei potenti, e si sono adeguati al mondo, la Chiesa non ha trasmesso più la gioia e la bellezza della fede, più preoccupata dei numeri che dei cuori e delle anime. Purtroppo non mancano anche oggi modi di concepire e di immaginare la vita ecclesiale, che rispondono più a logiche mondane che evangeliche e che rischiano di creare tensioni e rotture anche gravi. Perciò, carissimi fratelli e sorelle, siamo chiamati a essere collaboratori del Signore, impegnando intelligenza e libertà e mettendo a frutto i doni che lo Spirito diffonde”.

Lo ha detto il Vescovo di Pavia, Mons. Corrado Sanguineti, durante l’omelia della Veglia di Pentecoste, svoltasi nella serata di sabato 22 maggio alle ore ore 20.30 in Cattedrale e animata dai movimenti e associazioni ecclesiali. Come sempre, è stato azionato il meccanismo della “Nivola” (il cui antico funzionamento è stato ripristinato durante il lungo restauro della Cattedrale terminato nel 2012 con la riapertura ufficiale) che, dall’incorniciatura barocca in stucchi dorati con angeli sulle nubi e le figure della Religione e della Patria, ha fatto scendere su una nuvola dorata il reliquiario seicentesco in argento e cristalli che contiene le tre Ss. Spine della corona di Cristo; le Ss. Spine sono state esposte alla devozione dei fedeli.

QUI L’OMELIA INTEGRALE DEL VESCOVO IN OCCASIONE DELLA VEGLIA DI PENTECOSTE 

“A voi, cari amici che appartenete a differenti associazioni, movimenti e nuove comunità – ha aggiunto Mons. Sanguineti – affido una consegna questa sera: sentitevi responsabili di arricchire la nostra Chiesa con i vostri carismi e siate disponibili anche ad animare la vita quotidiana delle nostre parrocchie, mettendo a disposizione ciò che siete, dando il vostro apporto nella catechesi dei piccoli e delle famiglie, nell’accompagnamento dei genitori che chiedono il battesimo per i loro bimbi – che grande occasione missionaria! – nella presenza nella vita degli oratori, perché siano davvero luoghi d’incontro e d’educazione alla fede, nella vicinanza agli anziani e ai malati”.