In Duomo la Santa Messa per canonici e vescovi defunti

“La vita temporale ha tutt’altra impostazione secondo come noi pensiamo la fine e il fine del vivere. Se dopo l’esistenza terrena non c’è nulla, o se dopo c’è l’incontro con Dio Padre e con Cristo giudice e salvatore e si apre la prospettiva della vita eterna o della separazione eterna, se l’ultima parola è la risurrezione e non la morte, cambia tutto! Cambia il modo di concepire e di vivere il tempo che passa, il modo di valutare e di agire, cambia la percezione di sé e del mondo”.
E’ uno dei passaggi più significativi dell’omelia che il Vescovo, Mons. Sanguineti, ha pronunciato domenica 8 novembre durante la Santa Messa del pomeriggio, dedicata al ricordo dei canonici e vescovi defunti.

Nelle parole del Vescovo Corrado torna, ancora una volta, il concetto della speranza cristiana, intesa come orizzonte più ampio che sa aprirsi anche alla vita presente, dandole un senso differente e più profondo: “Il cuore dell’annuncio e della speranza è che il nostro destino, oltre il tempo e la morte, è la vita, la vita per sempre con il Signore, per sempre – ha detto il Vescovo -. Noi uomini mortali, lasciati a noi stessi siamo nell’ignoranza, non sappiamo, ignoriamo che cosa ci attende, brancoliamo come ciechi nella notte, e soprattutto ci chiediamo: ma che ne è dei nostri cari? Dove sono i nostri defunti? I vescovi e i canonici che hanno pregato e celebrato sotto le volte del nostro Duomo, che destino hanno? Qui l’apostolo Paolo si fa voce della speranza affidabile che nasce dalla Pasqua di Cristo: solo Lui è risorto, nessun altro “grande” della storia, solo lui è il Vivente e in Lui abbiamo la promessa certa che anche noi risorgeremo, che i nostri morti già viventi in Dio parteciperanno alla pienezza della vita e della gloria con Gesù, morto e risorto”.

QUI L’OMELIA INTEGRALE DEL VESCOVO CORRADO.