Monsignor Poma: “Ora è necessario costruire un umanesimo che sia veicolo di amore”

“Prima di tutto occorre porsi una domanda: Dio cosa vuole dirci? Tenendo presente che non c’è un risposta precostituita ma occorre fare un discernimento sulla realtà per trovare la chiave di tutto”.

Comincia così la riflessione che Mons. Gianfranco Poma ha voluto condividere con i lettori del settimanale diocesano Il Ticino attraverso un’ampia intervista dedicata in particolare ai tempi difficili e drammatici che stiamo vivendo. Mons. Poma, con il suo consueto sguardo lucido sulla realtà, analizza i segnali del presente e sa guardare al futuro, consegnando al lettore la giusta chiave di volta: Dio è, sempre, amore. Partendo da questo fondamentale assunto, la realtà si trasforma in un segno indiscutibile di speranza a cui potersi (ancora e nonostante tutto) aggrappare.

Un esempio, in breve: “Monsignore, quella che vediamo sembra quasi un’Apocalisse, o no?”. “In tanti, in questi ultimi giorni, hanno avuto l’impressione di assistere alla fine del tempo, ma l’Apocalisse non è la dissoluzione di tutto, è Rivelazione! E leggendo la Bibbia lo si comprende a fondo. Dopo la descrizione dei drammi più grandi, suscitati dall’uomo con la sua potenza, ecco che si scopre che Dio è accanto nella povertà e nella disperazione. Oggi è necessario ricominciare da capo, ricostruire un umanesimo che sia veicolo di amore e una chiesa spogliata di tanti orpelli, di teorie, fatta di testimoni che dicano che Dio è amore e che sta con noi. Non è un compito facile perché per poterlo realizzare occorre costruire una visione culturale nuova senza filosofia autosufficiente”.

L’intervista è riportata integralmente sul numero del settimanale diocesano Il Ticino di venerdì 1° maggio, a disposizione dei lettori nelle edicole e nelle parrocchie.