Via Crucis cittadina: Cattedrale gremita per ascoltare padre Ermes Ronchi

Una riflessione particolarmente sentita e dedicata al Mistero dell’Amore di Dio

“Gesù ha vissuto fino all’ultimo istante per vivere appieno il suo Amore profondo per l’uomo: per questo, la Croce, così dolorosa, rappresenta la feritoia attraverso cui Cristo ha raggiunto la Gloria e salvato tutti noi, che da quella Croce riceviamo un abbraccio salvifico”.

Sono dirette e senza mediazioni le parole scelte da Padre Ermes Ronchi, conosciuto da tanti come “il predicatore del Papa”, intervenuto alla Via Crucis cittadina svoltasi in Cattedrale a Pavia nella serata di venerdì 12 aprile, alla presenza del Vescovo di Pavia Corrado Sanguineti. La Via Crucis si è snodata interamente all’interno della Cattedrale e la riflessione è stata affidata a Padre Ermes Ronchi, frate dell’Ordine dei Servi di Maria, friulano con studi filosofici e teologici a Roma presso la Pontificia Facoltà Teologica “Marianum” ed a Parigi con specializzazioni in antropologia culturale e scienze religiose; la sua predicazione (incentrata in particolare sull’Amore divino) ha offerto parecchi spunti alle tantissime persone che hanno partecipato alla Via Crucis: “Il vero peccato è il disamore e Gesù è il guaritore di questa nostra mancanza di sentimento verso l’altro – ha detto padre Ronchi -. Cristo ha scelto di morire piuttosto che cedere alla vergogna di un mondo privo di amore, sentimento che ritroviamo in tutte le sue azioni quotidiane. Gesù, infatti, non ha paura di affetto e vicinanza, elementi essenziali di cui ha bisogno ogni cuore umano stanco, e manifesta in ogni modo nell’arco della sua esistenza, compresi gli ultimi suoi tre giorni di vita, il suo amore per l’uomo. Ed è proprio amando l’umanità di Gesù che noi possiamo arrivare ad amare la sua spiritualità: non dimentichiamo che quando Dio ama compie gesti umani, quando l’uomo ama compie gesti divini”.

L’articolo completo dedicato alla Via Crucis cittadina in Cattedrale e alla riflessione di p. Ronchi sarà pubblicata sul numero del settimanale diocesano Il Ticino di venerdì 19 aprile.