Il pellegrinaggio in Francia del vescovo Sanguineti con alcuni sacerdoti pavesi

Il vescovo Corrado Sanguineti sta guidando in questi giorni in Francia il pellegrinaggio di un gruppo di sacerdoti della Diocesi di Pavia. Il percorso tocca alcuni luoghi significativi, per la preghiera e la riflessione: Chambery, Ars (patria del Santo Curato d’Ars), Macon,  Paray Le Monial e Tours (dove il vescovo e i preti pavesi pregheranno nella memoria di San Martino di Tours). Nel primo giorno di viaggio, lunedì 7 novembre, è stato anche festeggiato mons. Corrado per il suo 52esimo compleanno. Ecco il racconto dei primi giorni di viaggio scritto da don Franco Tassone, uno dei partecipanti al pellegrinaggio:

Siamo partiti per il nostro pellegrinaggio sacerdotale da Pavia e, attraverso il  tunnel del Fréjus, abbiamo raggiunto la Borgogna. Prima di arrivare a Mâcon, porta d’accesso a questa regione, abbiamo sostato a Chambery, dove soggiornò la Sacra Sindone, prima che i Savoia la trasferissero a Torino. La visita è stata occasione per ascoltare le interessanti spiegazioni del sindonologo della Diocesi, don Antonio Razzini.  Nella celebrazione della messa il Vescovo Corrado ha voluto introdurre la meditazione di Gesù Sommo Sacerdote, con le parole del commento di padre Albert Vanhoye alla lettera agli Ebrei: “Cristo è sacerdote nuovo, perché è “mediatore di una nuova alleanza” (Eh 9,15). Mentre l’AT sottolineava la necessità, per il sacerdote, di mantenersi separato dagli altri, il NT insiste, al contrario, sulla necessità dell’unione fraterna del sacerdote con tutti i membri del popolo di Dio. Il concetto di santificazione per mezzo di riti di separazione viene eliminato; al suo posto subentra quello di santificazione per mezzo di un dinamismo di comunione. Molto significativa in proposito è la frase della Lettera agli Ebrei in cui troviamo il primo accenno al sacerdozio di Cristo l’autore vi afferma che, “per diventare un sommo sacerdote”, Cristo “doveva rendersi in tutto simile ai fratelli” (Eb 2,17). Un tale modo di “diventare sommo sacerdote” è diametralmente opposto al concetto antico invece di una separazione rituale, troviamo una solidarietà esistenziale, invece di un innalzamento al di sopra degli altri, troviamo un estremo abbassamento, invece di una proibizione di ogni contatto con la morte, troviamo l’esigenza di accettare la sofferenza e la morte”. Così la prima giornata, ricca  di preghiera e di canti, ha accompagnato i 18 sacerdoti presenti a ringraziare per il dono del sacerdozio e si è conclusa con gli auguri al Vescovo Sanguineti, per il suo compleanno, e ai confratelli che portano il nome di Ernesto, per il loro onomastico.

Don Franco Tassone