Veglia Pasquale: dal buio della morte alla luce della speranza

“Ora camminiamo nelle tenebre, non siamo ancora nella luce piena del giorno e siamo a chiamati a vegliare. Intorno a noi si addensano le tenebre del male che sembrano talvolta vincere: nella vita del mondo, con le nubi oscure della guerra, che si diffonde, della violenza e dell’ingiustizia, di una cultura di morte, che cresce, soprattutto nel nostro mondo del benessere; nella nostra vita personale e familiare, segnata a volte da prove dolorose, da tensioni e crisi, dal peccato che ci rende miseri e meschini, dall’insignificanza e dalla tristezza del quotidiano, dal vuoto e dalla noia che, purtroppo, abitano il cuore di adolescenti e giovani, privi di speranza. Ed ecco, nel buio che ci circonda, è accesa una luce, come quella del cero pasquale, una luce che sembra niente, che rischiara solo intorno a sé, eppure questa piccola luce fende le tenebre, avanza e si diffonde, e si moltiplica nelle luci delle nostre candele. Questa luce, accesa nel buio della storia umana, è Cristo, l’unico che non resta prigioniero del buio di un sepolcro, che infrange il muro impenetrabile della morte, l’unico uomo attestato risorto”.

E’ uno dei passaggi significativi della riflessione che il Vescovo Corrado ha offerto ai fedeli durante la Veglia Pasquale, svoltasi nella serata di Sabato Santo, 30 marzo, in Cattedrale a Pavia.

QUI LA RIFLESSIONE COMPLETA DI MONS. CORRADO SANGUINETI