La Santa Messa “nella notte” di Natale: “Riscopriamo il bisogno di essere salvati”

La Santa Messa della notte di Natale, che tradizionalmente viene celebrata a mezzanotte, anticipata alle 20 è il simbolo di questo martoriato 2020, ma è anche un messaggio di luce, speranza, e salvezza.

A ricordarlo ai fedeli presenti in Cattedrale e a coloro che hanno seguito la diretta live sul canale YouTube della Diocesi, è stato il Vescovo di Pavia, Mons. Corrado Sanguineti, che durante la sua omelia ha sottolineato con forza come “L’annuncio di un Salvatore, anzi del Salvatore, trova una nuova risonanza in noi, nell’orizzonte del tempo che stiamo vivendo, perché in questo anno 2020 ci siamo riscoperti fragili e vulnerabili, nel dramma della malattia che purtroppo continua a portare sofferenza nelle persone e nelle famiglie, e abbiamo percepito, in modo nuovo, che abbiamo bisogno di essere salvati: non ci salviamo da soli”.

Un’omelia breve, data la validità dell’obbligo di rientrare entro le ore 22 presso le proprie abitazioni, ma che ha toccato tanti “punti dolorosi” dell’anno che sta per concludersi, fornendo però segni concreti di speranza verso il tempo a venire: “Come ci mostra la storia, le epidemie passano, la medicina progredisce, s’intravede una via d’uscita da questo tunnel in cui siamo entrati da mesi, e possiamo pensare e sperare che, con scelte intelligenti nell’uso delle risorse, da parte di chi ci governa, con l’impegno di tanti uomini e donne di buona volontà, dotati di genio e di competenze, con la disponibilità di molti a condividere i bisogni e a sostenere chi è più in difficoltà, potremo attraversare questa crisi, cercando di fare tesoro dell’esperienza vissuta, per non tornare semplicemente alla vita di prima. Tuttavia, continueremo a incontrare in certi passaggi dell’esistenza il dolore e la malattia, sentendo in noi la grande domanda sul significato dell’umano soffrire, continueremo ad avvertire uno struggente desiderio di pienezza e di vita, contraddetto e ferito dal limite della morte, soprattutto quando perdiamo una persona cara, continueremo a fare esperienza del nostro male, del nostro peccato, che ci rende a volte miseri e meschini, interiormente pieni di vergogna e di tristezza, nonostante le mille giustificazioni che possiamo trovare, continueremo a vedere ingiustizie e “inequità” (Papa Francesco) nel mondo, povertà e sofferenze che sono uno scandalo insopportabile nonostante l’impegno e la passione che possiamo e dobbiamo vivere per edificare un modo più umano e più giusto di abitare la nostra terra. Ecco perché resta aperta nel cuore dell’uomo, onesto con se stesso e pieno di desideri grandi, una domanda di salvezza, l’attesa, magari inconsapevole, di qualcuno che possa veramente salvarci. Carissimi fratelli e sorelle, la luce in questa Notte Santa sorge come annuncio di un Salvatore che è tra noi: Cristo Signore, fragile bimbo nella mangiatoia di Betlemme, giovane uomo di Nazaret, che con parole e gesti di bene e di misericordia, ci ha mostrato il Padre, ha reso vicino a noi il Dio vivente e ci offre la vera salvezza, che non è abolizione magica del dolore e della morte, né l’utopia realizzata di un mondo perfetto. La salvezza è una presenza buona e fedele – Cristo, Emmanuele, Dio con noi – che condivide fino in fondo il dramma di essere uomini e che nel buio estremo della morte mostra la luce della risurrezione e della vita eterna. La salvezza è la possibilità di accettare la sofferenza, di viverla nella compagnia di Cristo e di trasformarla in un’offerta d’amore, feconda di grazia. La salvezza è una presenza di misericordia che ci accoglie, ci perdona, ci ricrea e ci permette sempre di rialzarci e di ripartire!”.

QUI L’OMELIA COMPLETA PRONUNCIATA DAL VESCOVO CORRADO DURANTE LA SANTA MESSA DELLA NOTTE DI NATALE.