Trascorrere momenti insieme, nei quali potersi aprire al gruppo e riflettere su temi importanti sia personali che comunitari, spesso rendendoli pratici. Sono gli scopi della residenzialità in oratorio, proposta studiata per coinvolgere maggiormente i giovani nelle attività oratoriane, in vista anche dell’esperienza annuale estiva del grest. In particolare, gli adolescenti dell’oratorio di San Primo (che partecipano al grest con le parrocchie di San Michele, condotta da don Giulio Lunati e di Santa Maria del Carmine con il parroco don Daniele Baldi) vivranno un momento di residenzialità a partire da lunedì 20 gennaio presso l’oratorio del Carmine di via Valla a Pavia: “L’esperienza durerà fino a sabato 25 gennaio e i ragazzi dovranno confrontarsi e organizzare giornate e serate insieme mantenendo sia gli impegni scolastici che le attività comunitarie – ha sottolineato don Davide Rustioni, parroco di San Primo e coordinatore della pastorale giovanile diocesana -. L’obiettivo dell’iniziativa è preparare gli adolescenti e i giovani a rielaborare l’esperienza personale in oratorio e possibilmente a darle significati nuovi e più profondi, dando loro delle chiavi di lettura per rendersi conto del proprio vissuto passato, il presente secondo il grado di consapevolezza che ne hanno e fornire nuovi spunti per ripartire con il cammino nel proprio oratorio; si tratta di non accontentarsi di essere un insieme di tecniche per gestire momenti di animazione in oratorio, ma vuole diventare stile di vita e di relazione con gli altri”.
Non è un caso, quindi, che nella serata di venerdì 24 gennaio arriveranno a cena in oratorio alcuni ospiti del dormitorio cittadino: il pasto sarà preparato direttamente dagli adolescenti, che serviranno ai tavoli e si occuperanno di ogni aspetto della serata. “Saranno cinque giorni intensi – ha concluso don Davide – durante i quali i ragazzi rifletteranno anche su fragilità ed affettività, valutando insieme i passi del cammino della loro esperienza di vita”.