Epifania del Signore: il Pontificale in Duomo a Pavia

La celebrazione solenne presieduta dal Vescovo Sanguineti

L’Epifania come Festa di Luce che possa risvegliare la coscienza di tante persone, oggi tiepide nella fede e quasi perse in una realtà spesso nutrita di mediocrità e di facili compromessi. Sulla speranza dell’avvio di una vita rinnovata dallo splendore di Cristo, è incentrata l’omelia pronunciata dal Vescovo Corrado Sanguineti in occasione delle celebrazioni per l’Epifania, svoltesi in Cattedrale nel pomeriggio di domenica 6 dicembre: “Siamo tutti chiamati in gioco, perché il volto della Chiesa e delle nostre comunità, il volto delle nostre famiglie dipende da noi – ha ricordato monsignor Sanguineti nella sua omelia – dalla disponibilità a lasciarci avvolgere dallo splendore di Cristo, perché la sua gloria e la sua bellezza si riflettano su di noi e in noi, e possiamo essere così testimoni di luce e di speranza per i nostri fratelli uomini, che pur nella lontananza da Dio, serbano nel cuore una nostalgia, un desiderio, a volte inconfessato, di Lui”. Una festa, quella che celebra anche l’arrivo dei Magi nella grotta di Betlemme con Oro, Incenso e Mirra da donare al neonato Re dei Re, che raccoglie parecchi parallelismi con la vita quotidiana di ognuno, tra le preoccupazioni giornaliere e una quotidiana realtà sempre più sfuggente, che tocca anche la Chiesa Cattolica: “L’invito del profeta a Gerusalemme è oggi rivolto alla comunità dei credenti in Cristo, alla Chiesa di Dio, diffusa tra tutte le genti, che vive anche qui, in Pavia, a noi, pastori e fedeli: se la nuova Gerusalemme, che discende dal cielo, rappresenta nell’Apocalisse la Chiesa tutta bella e gloriosa, trasfigurata dalla gloria di Dio, la Gerusalemme della storia, città tante volte segnata dalla violenza e dalla sofferenza dei suoi figli, diventa segno della Chiesa pellegrina nel tempo, del popolo di Dio che vive un cammino spesso travagliato. (…) Anche in Italia – ha proseguito monsignor Corrado – la Chiesa vive un processo di “crisi” che può essere tempo di maturazione, di purificazione e di ripensamento, ma può anche diventare una “crisi” nel senso negativo della parola. Già nel documento frutto del Sinodo dei Vescovi sull’Europa, del 1999, si parlava un’«apostasia silenziosa da parte dell’uomo sazio che vive come se Dio non esistesse» (Giovanni Paolo II, Ecclesia in Europa, n. 9)”.

(L’omelia integrale del Pontificale dell’Epifania del Signore è scaricabile qui)

(In fotografia l’arrivo dei Magi nel presepe del Duomo di Pavia)

Sul numero del settimanale diocesano Il Ticino di venerdì 11 gennaio ci sarà una pagina dedicata alle celebrazioni del tempo di Natale con foto e approfondimenti