Quando mi hanno detto che è prassi che un nuovo professo solenne dopo la sua professione dovesse scrivere due parole da pubblicare come testimonianza del mio cammino vocazionale, mi sono chiesto: ed ora? cosa scrivo? Allora ci ho pensato e mi è venuto in mente da condividere con voi, ciò che ho vissuto in questi anni di cammino tra i frati minori della provincia Lombarda di san Carlo Borromeo accompagnato da Gesù e sabato 5 Ottobre nella chiesa di san Bernardino a Verona dove ho emesso i voti solenni. E’ normale che prima di entrare in chiesa e durante la celebrazione ci sia un po’ di timore e ansia, lo sappiamo, perché frati e sacerdoti, fratelli e sorelle consacrate ci siamo passati tutti in questo passaggio importante della nostra vita e credo lo sia stato per tutti, anche per i fedeli, parenti e amici coinvolti nella celebrazione. Comincio da qui. Il Signore mi ha cercato e chiamato il 22 novembre 2003, quando nella chiesa di san Damiano ad Assisi, dopo che per l’intercessione di san Francesco mi è stato fatto un primo “regalo”, ho udito come successe a Francesco, una voce che mi ha detto: “Molla tutto e seguimi che ho bisogno di te!”. Da allora la mia vita è cambiata, ciò che prima mi provocava ribrezzo si è trasformato nella visione di Gesù negli altri. In quel periodo frequentavo una casa di riposo a Sant’ Angelo Lodigiano vicino al mio paese Bargano frazione di Villanova del Sillaro, perché conoscevo una persona della mia parrocchia, ma niente più. Non mi andava di stare con gli anziani, di aiutarli a mangiare, di star loro vicini per ovvi motivi; ma il Signore dopo la chiamata, mi ha dato la gioia di vedere Lui in ogni persona che soffre, tanto che mi sono avvicinato a loro cercando di alleviare le loro sofferenze, aiutandoli dove potevo perché in loro lo Vedevo.
Contemporaneamente cresceva in me il desiderio della preghiera sempre più forte, ho lasciato la ragazza ed ho cercato di capire attraverso l’aiuto di don Anselmo Morandi, che cosa volessero dire per me quelle parole. Quindi ho cercato i frati e attraverso l’aiuto di sua eccellenza Giacomo Capuzzi, ex vescovo di Lodi, sono giunto a Rezzato (Brescia) in un piccolo convento e li dal primo momento mi sono sentito subito a casa. Ho cominciato un percorso, che è stato di alti e bassi, gioie e dolori, prima e dopo l’essere entrato nel cammino di formazione, specialmente per il rifiuto dei miei genitori. Uno in modo particolare che mi ha segnato profondamente è stata la perdita di papà Paolo ormai quasi tre anni fa. Lì ho ricevuto il secondo “regalo” che è stata la morte di papà senza la sofferenza, in sostanza il Signore ha ascoltato la mia preghiera ed ha accompagnato il mio papà prendendolo per mano. Questo fatto, la certezza che la sua anima sia stata accolta tra le mani di Dio che lui ora vive nella gioia eterna e la vicinanza di Lui, mi hanno tenuto saldo nella fede e sicuro nella mia ricerca nella donazione totale a Lui. Sono caduto, mi sono rialzato, grazie anche a persone che Dio mi ha messo dinnanzi e per questo lo ringrazio. Giunto al traguardo desiderato della professione, dopo un periodo di preparazione, di volti, di condivisioni con gli uomini, di lettura e ascolto della Parola fatta carne, ma soprattutto attraverso un dialogo con Dio e la preghiera, pilastro importante della mia vita, Egli mi ha accolto tra le sue braccia e mi ha detto che: quel giorno:” Quando ti ho chiesto di mollare tutto e di seguirmi che avevo bisogno di te, NON SCHERZAVO! Ed oggi che ti consacri a me, io ti faccio un gran dono per ricambiare il tuo si!”. Sentito questo, sabato 5 ottobre, ho vissuto durante la prostrazione a terra e l’invocazione dei santi, che sopra di me non ci fosse il tetto della chiesa, ma il vuoto, il cielo, con il coro degli angeli e dei santi e la vergine Maria che pregavano per me, per noi, e contemporaneamente delle mani appoggiate sulla mia schiena in modo paterno e di protezione. Mani che mi hanno infuso pace, serenità, calore e gioia, confermandomi che quello che stavo per fare e cioè donare la mia vita a colui che mi ha creato e ha creduto in me fosse ciò che volevo. Nella mia piccolezza di servo inutile, cercherò di servire il Signore in povertà e letizia, collocando i miei occhi su quello specchio che ha dato la vita per amore a tutti noi. Un grazie particolare a mamma Isoletta, alla quale voglio un mondo di bene che mi ha dato la vita e che nonostante il suo parere contrario a questa “scelta di vita”, non ha mai posto resistenza. Un grazie a tutti gli amici di Bargano che mi hanno sostenuto sempre con la loro vicinanza. Un super grazie ai ragazzi universitari di Pavia che frequentano il nostro convento di Canepanova, che mi hanno accolto in modo fantastico e mi hanno festeggiato domenica 13 Ottobre nella nostra chiesa allietando la Santa Messa con i loro canti e poi si sono prodigati per fare una festa in mio onore dopo la celebrazione, preparando deliziose prelibatezze, dalla pasta al dolce consumati nel refettorio dei frati. A proposito! Abbiamo formato con loro un piccolo coro di pastorale universitaria, nel caso qualcuno dei giovani volesse partecipare. E’ un bel modo di stare insieme come Gesù stava con gli apostoli e la gente comune, dove si ride, si scherza e si fanno cose serie. Ci troviamo ogni martedi dalle ore 21.00. Vi aspetto. Pax.
Fra Celestino Pagani