L’Anfora
versa l’inebriante bevanda
delle nozze di Cana,
che viene servita al banchetto dell’uomo
secondo il comando del Signore.
Nel firmamento brilla
la luce attraente
delle Persone divine.Haurite nunc et ferte(di + Giovanni Giudici)
Descrizione araldica:
«D’azzurro, al destrocherio di carnagione rivestito di rosso, impugnante un’anfora di terracotta al naturale monoansata, posta in banda; accompagnato nel capo da tre stelle a sei punte ordinate in fascia, e nella punta da tre burelle ondate, il tutto d’argento».
Motto:
«Haurite nunc et ferte»
Le figure presenti nello scudo si prestano a molteplici letture, favorite dal motto che ripete una esortazione di Gesù (Gv 2,8): “Attingete e portate”.
Il braccio destro nell’atto di attingere (o anche di versare) l’elemento posto in basso, ossia l’acqua (indicata dalle linee ondeggianti d’argento) è simbolo del ministero episcopale (il vestito rosso richiama l’abito del vescovo), che attinge i doni della grazia celeste e li distribuisce al gregge a lui affidato, soddisfacendone la sete spirituale.
Le tre stelle d’argento, nella parte alta dello scudo, significano la divinità, la Trinità, ma anche la virtù, la perfezione; rappresentano pure l’armonia e la bellezza delle leggi celesti, che governano gli astri in ordine mirabile, e quindi richiamano le leggi stabilite da Dio, la sua volontà, che è guida sicura come lo sono le stelle per i naviganti. Le stelle sono del medesimo colore dell’acqua sottostante (che ha dunque significato spirituale), per indicare che questa linfa vitale ha una origine celeste.
Il messaggio rappresentato dallo scudo è dunque programmatico: il vescovo vuole essere fedele servo del Signore dal quale attinge i doni di grazia e, eseguendo il suo mandato, li comunica ai fedeli.
Il colore del campo, l’azzurro, richiama il cielo ed è simbolo di santità, elevazione, serenità della vita, e per questo contribuisce a dare allo scudo una valenza di messaggio di pace, rappresentato dal semplice gesto del braccio, un atto di umile servizio; dalle stelle che richiamano la silenziosa armonia celeste; e dall’acqua, umile ma tanto necessaria alla vita.
(di Fausto Ruggeri)