Inaugurato l’Anno Pastorale Accademico in Università

Una serata di condivisione e confronto rispettando le norme di sicurezza ma scegliendo di potersi incontrare. Si è svolta martedì 20 ottobre dalle ore 21 l’inaugurazione dell’Anno Accademico Pastorale organizzato dal Servizio di Pastorale Universitaria della Diocesi di Pavia, coordinato da don Riccardo Santagostino Baldi, in collaborazione con il Servizio di Pastorale Giovanile condotto da don Davide Rustioni. Cornice dell’evento l’Aula Magna dell’Università: all’incontro, moderato dal giornalista del settimanale diocesano Il Ticino Matteo Ranzini, hanno partecipato il Vescovo di Pavia, Mons. Sanguineti, il professor Giampaolo Azzoni (in rappresentanza del Rettore Francesco Svelto), Daniele Dallera, giornalista del Corriere della Sera e Claudio Arrigoni, giornalista sportivo.

In collegamento da remoto era presente l’ospite di punta della serata, l’atleta paralimpico Oney Tapia, che ha ricordato la sua storia toccante di sportivo diventato non vedente a causa di un incidente improvviso: “Perdere la vista è significato capire quanto sia forte la luce che arriva dalla nostra anima e dalla nostra forza di volontà – ha detto Tapia -. Ho cercato conforto nella fede e l”ho trovato riscoprendo parte di me stesso”. Presente anche il professor Giuseppe Faita, docente di chimica dell’Università e responsabile del progetto “Dove c’è bisogno, che io porti un aiuto”, attivato durante l’epidemia di Covid e che ha visto il coinvolgimento di numerosi studenti universitari in iniziative di sostegno alla popolazione pavese.

“Questo tempo può essere vissuto accettandone sfide e provocazioni e provando a valutarlo come tempo in cui la nostra libertà viene messa in gioco – ha concluso il Vescovo di Pavia, Mons. Sanguineti -: costretti a rinunciare ad attività che ci sembravano normali, abbiamo scoperto di essere in grado di costruire una nuova libertà, capace di entrare in gioco quando la realtà si fa dura. Siamo esseri umani capaci di un rapporto intenso con la vita e di diventare creativi adattandoci, anche in tempi di Covid; la libertà non è l’eliminazione della sofferenza ma è la fatica per una grandezza”.

Qui di seguito l’intervento integrale di don Riccardo Santagostino Baldi.

 

Eccellenza Reverendissima Monsignor Corrado Sanguineti, 

Egregio Professor GianPaolo Azzoni, Vicario del Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Pavia,

Illustri professori e Rettori di Collegi presenti e che ci seguite in streaming,

Cari Daniele e Claudio, direttore e collaboratore della sezione sportiva de «Corriere della Sera»,

Carissimi studenti,

questa sera abbiamo la fortuna, sebbene in maniera differente dagli altri anni, di poterci trovare in presenza e da remoto per inaugurare un nuovo anno accademico-pastorale.
“Accademico” perché questo è l’ambiente che ci richiama l’Università, un luogo dove la cultura è di casa e dove il sàpere diventa elemento caratterizzante di chi inizia a frequentare la nostra bella città. “Pastorale” perché esprime la modalità di servizio che la comunità Cristiana che è in Pavia mette a disposizione di tutto il mondo che in Università ci vive e lavora.
La nostra gloriosa Università ha in sè una nativa vocazione comunitaria: essa infatti è appunto una universitas, una comunità di docenti e studenti impegnati nella ricerca della verità e nell’acquisizione di superiori competenze culturali e professionali. La centralità della persona e la dimensione comunitaria sono i due poli co-essenziali per una valida impostazione della universitas studiorum.
Grazie anche alla presenza dei Collegi, la città si rende “a misura d’uomo”, in cui la persona dello studente viene preservata dall’anonimato e riesce a coltivare un fecondo dialogo sia con i docenti, traendone incentivo per la crescita culturale ed umana, sia con altri studenti sperimentando (nella diversità di talenti e carismi) la fecondità della differenza.
Questo è vero ancor di più in questo anno, avendo visto come un gruppo significativo di studenti (rimasti in città durante il periodo dell’inatteso lockdown) si è messo a servizio delle esigenze dei più fragili, coinvolgendosi personalmente in una modalità inedita che avremo modo di poter vedere e ascoltare durante la serata.
Come cristiani, siamo certi che solo ponendo al centro la persona (l’umano) e valorizzando il dialogo e le relazioni interpersonali possa essere superata la frammentazione solipsistica che questa pandemia ha accentuato enormemente.
Distanze fisiche sì (per preservare chi mi è accanto) ma anche presenza spirituale di collaborazione e disponibilità.
Inoltre, grazie alla preziosa amicizia nata con il “Corriere della Sera” nella persona di Daniele Dallera e Claudio Arrigoni che ringrazio di cuore per la presenza, questa sera potremo ascoltare la testimonianza di ONEY TAPIA, un campione para olimpico che, in seguito ad un tragico incidente che gli ha tolto la vista, con tanta forza di volontà e anche grazie alla fede ha saputo ri-fiorire in una nuova modalità di resilienza. Ringrazio a tal proposito la presenza dei rappresentanti della Facoltà di Scienze Motorie dell’Università e della FGIC, del CONI, del CSI e la collaborazione con gli uffici della pastorale giovanile e dello sport. È di fondamentale importanza per l’Università che l’impegno della ricerca scientifica possa aprirsi alla domanda esistenziale di senso per la vita stessa della persona. La ricerca tende alla conoscenza, mentre la persona necessita anche della sapienza, di quella scienza cioè che si esprime nel “saper-vivere” e che educa maturando nonostante le fatiche e gli intoppi che la vita, a volte, riserba.
Un’ultima parola vorrei dedicarla alla presentazione di ciò che il servizio per pastorale universitaria e cultura è ed offre:
Il ventaglio di iniziative è molto ampio, a 360 gradi,ma permettermi solo due sottolineature:
La prima, la presenza di validi collaboratori (suor Ursula Osuna che segue alcune attività pastorali – spirituali, don Alberto Lolli come referente per il Comitato MTU Young e collaboratore per la parte culturale , la dottoressa Giulia Laboranti segretaria del comitato MTU e collaboratrice per la parte culturale, il prof. Giuseppe Faita referente per le attività caritative e la prof.ssa Alessandra Belloni collaboratrice nell’ambito pastorale e…anche la presenza delle tirocinanti) danno la possibilità di essere presenti su più fronti. Penso ad esempio alle due rinnovate Aule studio inaugurate la scorsa settimana presso l’ex Oratorio San Francesco, in fondo a Piazza Ghislieri aperte in totale sicurezza e nel rispetto delle norme anti coronavirus.
Penso all’offerta di una realtà (più spirituale) che inizierà da domenica prossima alle 18, una celebrazione della Messa per e a misura di giovani nella parrocchia di San Francesco, a tal proposito desidero ringraziare il parroco don Gianni Brera che ha accolto il servizio per la pastorale universitaria e Cultura nella chiesa che per diversi anni, dalla sua fondazione, è stata “Parrocchia dell’Università”.
La seconda, la presenza del servizio su tutta la città universitaria attraverso gruppi, movimenti ecclesiali ed associazioni culturali e cristiane.
È la presenza feconda della pluralità dei percorsi che permette una scelta ampia e diversificata e di cui il servizio per la pastorale universitaria e cultura offre una sintesi ecclesiale.
Tutte queste attività sono volte ad accogliere la persona nella sua globalità e a proporre cammini armonici di formazione umana, culturale e cristiana, ad offrire spazi di condivisione, di confronto e di comunione tra giovani. Vorrei cogliere questa occasione per invitare gli studenti e anche i docenti a non sentirsi soltanto oggetto di attenzione pastorale, ma a partecipare attivamente e ad offrire il loro contributo al progetto culturale di ispirazione cristiana che la Chiesa promuove qui in Pavia. Aiutiamo quindi la nostra Università affinché possa distinguersi sempre per una speciale attenzione alla persona, per un’accentuata dimensione comunitaria nella ricerca scientifica e per un fecondo dialogo tra la fede e la cultura.
Penso sia proprio questo il vero primato di Dio nella storia nella nostra civiltà e, allo stesso tempo, una grande lezione di umiltà in questo tempo inedito che stiamo vivendo.

Don Riccardo Santagostino Baldi
(delegato vescovile per l’Università e la Cultura)