Alla parrocchia di San Carlo Borromeo la mostra “Il Mondo in Casa”

L’esposizione è dedicata ad accoglienza e integrazione

Baranzate, periferia nord di Milano. Spaccato di un paese-quartiere dove quasi tremila abitanti (su una popolazione di undicimila) sono immigrati, precisamente il 26,5 per cento. Tutti vivono su un’unica strada, via Gorizia: un terzo sono europei dell’Est (romeni, moldavi e albanesi), un terzo africani (senegalesi e maghrebini soprattutto), un terzo asiatici (cinesi e filippini), ma anche molti latinoamericani; Baranzate è il Comune con il più alto tasso di immigrati in Italia, dove in una strada convivono 72 nazionalità diverse ma non è un ghetto, anzi, la dimensione che domina è quella familiare. E proprio al caso di Baranzate è dedicata la mostra fotografica del Pime di Milano “Il Mondo in Casa”, che è attualmente visitabile fino alla fine del mese di marzo nella chiesa di san Carlo Borromeo a Pavia: “L’esposizione rientra nella proposta formativa che la parrocchia rivolge a tutti – ha commentato don Rosario Chirico, parroco di san Carlo -. Abbiamo scelto, visti i tempi recenti e l’attualità del tema, di affrontare la questione dell’accoglienza e dell’ospitalità dell’altro che non si conosce e che viene da lontano. La riflessione è iniziata a Natale quando abbiamo sentito di Gesù che non aveva trovato ospitalità venendo al mondo, quindi la mostra è un invito a riportare l’attenzione sul tema dell’accoglienza in una società che si sta profondamente modificando. Accanto alle immagini fotografiche proponiamo anche una testimonianza video – ha sottolineato don Rosario -: si tratta di don Paolo Steffano, parroco di Sant’Arialdo, premiato il 6 febbraio scorso dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella con l’Ordine al Merito della Repubblica Italiana per la creazione de ‘La Rotonda’, associazione capace di promuovere, indipendentemente dal credo religioso, l’integrazione tra italiani e stranieri e di favorire l’approccio al diverso come un dono”.

Ecco il video realizzato dal Pime Milano con l’intervista a don Paolo Steffano.