“Agostino d’Ippona: il corpo del Santo tra devozione, storia e arte”

Sabato 23 febbraio, alle 9, il convegno negli chiostro agostiniano di Pavia in piazza S. Pietro in Ciel d’Oro

“Agostino d’Ippona: il corpo del Santo tra devozione, storia e arte”. E’ il titolo del convegno che si terrà sabato 23 febbraio, alle 9, nella sala multimediale del chiostro agostiniano, in piazza S. Pietro in Ciel d’Oro 2/B a Pavia. A promuovere l’incontro è il “Comitato Pavia Città di Sant’Agostino”, in collaborazione con il Comune, la Diocesi, la Provincia Agostiniana d’Italia, l’Associazione Italia Fenice e il Circolo Culturale Sardo “Logudoro”. Dopo il saluto delle autorità, sono previsti gli interventi della prof.ssa Renata Crotti (Università di Pavia) su “Viaggi di reliquie: propaganda, devozione, affari e potere”, del prof. Attilio Mastino (già rettore dell’Università di Sassari) su “L’arrivo e la permanenza del corpo del Santo in Sardegna tra l’età vandala e l’età bizantina”, del prof. Saverio Lomartire (dell’Università del Piemonte Orientale) su “Il cosiddetto ‘pseudosarcofago’ di Sant’Agostino”, della dott.ssa Susanna Zatti (già direttrice dei Musei Civici di Pavia) su “Le traslazioni sette-ottocentesche del corpo del Santo tra S. Pietro in Ciel d’Oro e Duomo”, del prof. don Fabio Besostri (dell’Issr “Sant’Agostino” di Crema-Cremona-Lodi-Pavia-Vigevano) su “Resti epigrafici e fondi archivistici”, e del prof. Pasquale Cormio (dell’Istituto Patristico “Augustinianum” di Roma) sul tema “Nei suoi scritti l’attuale ‘corpus’ del Santo dottore e maestro”.

 

Pubblichiamo, di seguito, un intervento della prof.ssa Renata Crotti che presenta l’importante incontro 8uscito anche sul settimanale diocesano Il Ticino di venerdì 15 febbraio).

Un evento legato alla traslazione e alla presenza corpo di Sant’Agostino

Il convegno, come ben si intuisce dal titolo, indaga le vicende legate alla traslazione e alla presenza corpo di Sant’Agostino da un angolo di visuale molto ampio, quasi a volere fare sintesi degli esiti di quel gran lavoro di ricerca che è stato presentato nei tanti convegni organizzati dal “Comitato Pavia Città di Sant’Agostino” in questi 10 anni di attività.
Dell’interesse suscitato è prova, da sempre, la gran partecipazione di pubblico all’iniziativa. Anche quest’anno, in occasione del decennale del Comitato, la Commissione storico-artistica (oggi presieduta da Renata Crotti, ndr), dopo i proficui anni della presidenza di Maria Teresa Mazzilli che continua ad esserne forza propulsiva, ha programmato il consueto appuntamento convegnistico per il mese di febbraio volendo continuare a dar rilievo alla data del 28 febbraio indicata da alcune fonti come giorno propizio per la celebrazione della festa della traslazione a Pavia del corpo del Santo Vescovo di Ippona, traslazione voluta, come è noto, dal
re longobardo Liutprando attorno agli anni venti dell’VIII secolo. Il corpo di Sant’Agostino, si sa, ha conosciuto più di una traslazione: dall’Africa alla Sardegna in età vandala; dalla Sardegna a Pavia in San Pietro in Ciel d’Oro in età longobarda; da San Pietro in Ciel d’Oro in Duomo negli anni trenta del Settecento. Era il 7 ottobre del 1900 quando il corpo del Santo dal Duomo fu traslato definitivamente nella sua sede ‘naturale’ in San Pietro in Ciel d’Oro. La presenza di corpi di santi o di parti di essi risponde, a partire soprattutto dal medioevo, alla primaria finalità della Chiesa di avvicinare sempre più il credente a Dio grazie all’intercessione dei santi. E proprio le loro reliquie sarebbero diventate una presenza pervasiva nelle regioni cristiane di quell’Europa che si andava allora costruendo proprio
su ‘radici’ profondamente cristiane. Accanto a una valenza del tutto religiosa, se ne registra un’altra, di tutt’altro tenore quando le reliquie diventano formidabile strumento di propaganda per esibire prestigio e potere e per ciò stesso, oltre che venerate, erano vendute, trafugate, collezionate, distrutte, duplicate. Mentre in Oriente le reliquie si pongono come status symbol per gli imperatori, in Occidente le reliquie rappresentano un forte punto di riferimento per la comunità fino a diventare mezzi salvifici che offrono cure sia per i mali fisici che per quelli spirituali. E lo fanno attraverso miracoli, sempre più numerosi, di cui si fa memoria nel giorno della festa del santo, estraendoli dai libri di miracoli, la più popolare forma di agiografia. Per Sant’Agostino i miracoli sono soprattutto legati alla “traslatio” del corpo, come quando, seguendo un topos agiografico molto diffuso, come ci racconta Jacopo da Varagine, il corpo del santo assume un singolare e insostenibile peso, destinato ad alleggerirsi dopo il voto del re Liutprando di destinare beni alla chiesa di
Casei, nel cui territorio il corpo aveva sostato per una notte nel percorso da Genova a Pavia. O ancora il miracolo ‘della cripta’ dove il corpo del santo riposava, inondata da un’acqua miracolosa e benefica che aveva dissolto la sporcizia materiale così come Agostino mondava la Chiesa dal sudiciume dell’eresia. O ancora le moltissime guarigioni di persone umili come avvenne con il ‘miracolo di Cava’ con il quale Agostino concedeva la guarigione “corale” a un gruppo di pellegrini diretti a Roma e che invece, su consiglio del santo, si erano invece fermati a pregare sulla sua tomba in San Pietro in Ciel d’Oro.

Prof.ssa Renata Crotti