Mons. Giudici: “Nel gesto del Papa, la fiducia in Dio e nella Chiesa”

Mons. Giovanni Giudici, vescovo di Pavia, affida ai siti della Diocesi e de “il Ticino” le sue riflessioni all’indomani dell’annuncio di Papa Benedetto XVI di dimettersi alle 20 di giovedì 28 febbraio. Il tema sarà senz’altro affrontato anche nell’omelia della Santa Messa che mons. Giudici celebrerà mercoledì 13 febbraio alle 21 in Cattedrale, in occasione delle Sacre Ceneri ed in apertura del tempo di Quaresima: una celebrazione alla quale sono invitati i sacerdoti, i religiosi, le religiose, i fedeli e tutti i cittadini.

A proposito delle dimissioni di Papa Benedetto XVI si ascoltano oggi molte riflessioni. Desidero dare il mio contributo al dibattito che si è aperto in proposito.
Si tratta di un gesto che fa parte della vocazione e del dono spirituale del successore di Pietro. Ha dunque tutta l’autenticità che noi riconosciamo per fede al magistero del Pontefice.
Ammiro questa decisione del Papa per vari motivi: vedo in essa il segno di una lettura credente della storia, che in questo caso rileva, tra i segni dei tempi, la constatazione della complessità del compito rispetto alle forze che la persona riconosce a sé stesso. Viene poi in evidenza l’umile condivisione, da parte del Papa, della condizione comune degli uomini, e il coraggio umano di riconoscere che vi sono diverse stagioni nella vita di ogni persona; vi è il tempo dell’energia creativa, e il tempo della diminuzione delle forze. Ogni stagione dell’uomo è luogo di incontro con Dio. Mi appare la testimonianza di un credente che davvero si sente “umile operaio della vigna del Signore” e stando ai vertici della Chiesa, avverte la responsabilità di un servizio competente ed efficace al Popolo di Dio. Il servizio alla comunità cristiana è impegno a cui dedicare tutto se stesso, nell’energia della giovinezza e della maturità, come nella preghiera e nella sofferenza.
Leggo nel gesto delle dimissioni del Papa la sua fiducia in Dio e nella Chiesa, e ne traggo la consolante persuasione che ciò che conta nella Chiesa, ben al di là delle persone, compresa la persona del Papa pro tempore, è lo Spirito del Signore che ci guida e ci sostiene.
Preghiamo e facciamo pregare per Benedetto XVI, per la vita della Chiesa che con questa scelta acquista maggiore somiglianza con la Chiesa del Vaticano II, perché pone in luce l’aspetto comunionale e la collegialità episcopale. E preghiamo perché noi tutti possiamo essere all’altezza della conversione che il gesto del Papa propone oggi a tutta la comunità cattolica. Con l’augurio cordiale di un tempo quaresimale fecondo di frutti di penitenza,

+ Giovanni Giudici
Vescovo di Pavia